DAL
1919 AL 1945
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Fino
ad ora non si sa esattamente l'origine e non si conoscono le cause
di questa influenza: gli studi sulla "spagnola" sono stati ripresi
proprio nei giorni in cui scrivo questo capitolo (nell'estate del
1998), poiché dei ricercatori dell'OMS (Organizzazione Mondiale
della Sanità) ritengono che su alcuni corpi di militari, combattenti
nell'ultimo anno di guerra, ritrovati congelati in Artico possano
essere ancora presenti i microbi della malattia. Da questa ricerca
e dagli studi successivi questi scienziati si aspettano molto: dare
varie risposte sull'origine della malattia ed avere eventualmente
aperte nuove vie a vaccini e antibiotici. Mai nella storia si era
verificata una simile violenta epidemia fin dai tempi della famosa
peste (di manzoniana memoria) del 1630-31 che aveva ridotto la popolazione
Italiana di un quarto con almeno un milione di morti sui quattro
milioni di abitanti di allora. Come la storia dell'umanità ci ha
molte volte tramandato, tanto rapidamente come era comparsa la terribile
malattia, si arrestò e in brevissimo tempo scomparve completamente.
I sentimenti più diffusi tra la popolazione in quei tristi 1918
e 1919 erano la costernazione e la paura, ma più forte sopra tutto
era la rassegnazione a ciò che era ritenuto inevitabile e (tra i
più diseredati, ignoranti e poveri) forse anche dimostrazione della
solita "ira divina per i peccati commessi dall'umanità in guerra".
Intere famiglie furono spazzate via, interi paesi si erano spopolati
e la nostra valle era in condizioni di profonda prostrazione generale.
Alla endemica povertà di questa terra purtroppo non fecero neppure
da contrappunto quei fattori positivi necessari alla ripresa sociale,
civile ed economica della nazione, anzi ai sopravvissuti (alla guerra
e all'epidemia) si parò davanti un periodo di grandi sacrifici e
di profondi stenti dovuti alle enormi difficoltà politiche e finanziarie
che una dispendiosissima e lunghissima guerra avevano ulteriormente
acuito in uno stato fondamentalmente già molto povero com'era l'Italia
di inizio secolo. Le aspettative per un futuro migliore potevano
e dovevano essere molte e diffuse ma nessuna risposta positiva per
uno sviluppo generale poteva, in quei momenti difficili, essere
data da una lunga serie "governi di coalizione" deboli e non sorretti
da maggioranze parlamentari stabili.
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