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DAL 1919 AL 1945
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Le speranze di poter godere finalmente di un lungo periodo di pace e di sviluppo e le aspettative per una società più giusta e senza guerre furono le grandi linee politiche e sociali che guidarono, nel 1919, alla creazione della Società delle Nazioni, durante la conferenza di pace di Versailles. Frutto di lunghe mediazioni e di visioni progettuali globali e planetarie americane, britanniche e francesi, questo super-organismo mondiale, avrebbe dovuto costituire il cardine fondamentale di una "nuova diplomazia" che avrebbe dovuto regolare i rapporti tra le nazioni e i popoli. Gli stati aderenti si impegnavano solennemente a rispettare l'integrità territoriale e l'indipendenza politica degli altri membri e a non ricorrere alla guerra per derimere le questioni e le tensioni in atto. Erano previste pesanti sanzioni economiche e, nei casi di maggior rilevanza internazionale, si poteva giungere al completo isolamento politico nei confronti di chi avrebbe violato di questi impegni. La sede della Società delle Nazioni fu fissata a Ginevra e il Consiglio era composto da 5 membri permanenti (USA, Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone - le nazioni vincitrici la guerra) e da 4 temporanei eletti dall'assemblea generale ogni tre anni. Fuori dai luccicanti palazzi ginevrini e lontano dalle sontuose dimore di magnati, principi, re e imperatori che, sopravvissuti alla guerra, insieme ad una nuova classe di arricchiti, potevano festeggiare la "loro" vittoria, il resto del mondo (quello della gente comune, dei combattenti, dei reduci, degli orfani e dei poveri) si stava leccando le "profonde ferite" prodotte da uno scontro armato che non aveva mai avuto precedenti per dimensioni ed effetti, nella sua pur travagliata e bellicosa storia. Il numero delle vittime della guerra (morti, dispersi, feriti e prigionieri) fu così elevato da rendere praticamente impossibile, per gli ex belligeranti, avere a disposizione una contabilità precisa al riguardo ma con una certa approssimazione venne calcolato in circa nove milioni di morti, tra i militari, il pesante fardello della guerra. Nonostante il fatto che la rivoluzione bolscevica avesse messo fine al conflitto sul fronte orientale nel novembre del 1917, le vittime dell'ultimo anno di guerra (1918) eguagliarono o addirittura superarono quelle dei tre anni precedenti.

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