IV
Dopo
ogni scorreria i Romani ritornavano nei loro acquartieramenti della
pianura o battevano in ritirata e nelle vallate alpine tutto rimaneva
e ritornava come prima. Altre notizie dirette di spedizioni o scontri
di una certa rilevanza in proposito non ci sono, ma sembra che,
dal 95 al 16 a.C. Romani e Camuni abbiano avuto più di una occasione
di scontrarsi e scannarsi nuovamente. Nel 16 e nel 15 a. C., nei
due anni in cui durò la campagna di conquista, oltre alla grande
superiorità militare, giocò a favore dei Romani, nella completa
e definitiva sottomissione (non solo militare) della Valle Camonica,
un altro fatto estremamente importante: i Camuni, pur essendo magari
ancora pronti a sfidare sul campo le superiori armi dei Romani,
guardavano, certamente con molta e forse malcelata attrazione, già
da tempo alla civiltà di Roma. Questo avveniva quasi naturalmente
per quella forte tendenza che da sempre pungola una qualsiasi civiltà,
statica e ingessata da secoli nei suoi ordinamenti e costumi basilari,
a cercare un proprio (e forse personale) rinnovamento nel confronto
con una civiltà nuova che porta inevitabilmente ad una rapida evoluzione
e assimilazione. Le antichissime tradizioni e usanze camune, maturate
e modificate nei secoli, gelosamente conservate e caparbiamente
difese (come sempre capita nella storia di tutti i popoli) da una
forte e discriminante classe dominante (composta prevalentemente
da sacerdoti e guerrieri), avevano già cominciato, negli ultimi
secoli a.C, a perdere molto del loro vigore e della loro antichissima
fisionomia. Questo era avvenuto, molto lentamente ma costantemente,
in seguito ai numerosi confronti e scontri socio-economici-politici
con alcune civiltà presenti nell'area sud e centro europea. Queste
popolazioni (che a loro volta vivevano in un mondo più "aperto"
e avevano contatti diretti con altri popoli) erano certamente più
progredite negli usi e nei costumi, nel commercio e nelle istituzioni
societarie e vitali. Seguendo un ordine cronologico furono i Liguri
i primi abitanti "residenti" in Valle Camonica. Furono poi invasi
dagli Etruschi che a loro volta vennero sconfitti e assoggettati
dai Celti (o Galli). Tutte queste "Genti", talvolta diversissime
tra loro, avevano lasciato inciso profondamente nel tessuto connettivo
delle numerose valli alpine molti dei loro usi e costumi, tradizioni,
divinità, credenze e leggi, istituzioni sociali e sistema politico
stratificato a caste. Poi, sotto l'inarrestabile urto della violenta,
dinamica e ben organizzata civiltà romana, anche i Camuni e gli
altri popoli montani "si lasciarono conquistare" quasi completamente
prima che con le armi con i contatti commerciali e sociali. Fu certamente
anche per questi motivi che l'integrazione della provincia camuna
nell'Impero Romano fu abbastanza, anzi molto rapida e completa,
non solo per l'aspetto politico e territoriale, ma anche e specialmente
per il pur complesso sistema sociale, economico e religioso-spirituale.
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