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II

Non si era più visto uno spiegamento tale di truppe romane dalla fine della cruenta guerra civile tra Ottaviano e Antonio e la successiva generale riorganizzazione dello stato e delle stesse legioni. Si trattava di un contingente imponente, suddiviso in tre corpi d'armata. Questi, con un movimento a tenaglia da sud (pianura padana) da ovest (Gallia) e da nord (Baviera ed Helvetia), portarono alla totale occupazione militare delle numerose vallate che in soli due anni vennero conquistate, soggiogate e romanizzate. Le varie popolazioni, com'era uso in quei t empi, furono completamente sterminate o rese in schiavitù e deportate in massa per essere vendute sui vari mercati dell'Impero. Insieme alla conquista delle valli Trompia, Sabbia e Tellina la sottomissione del popolo dei Camuni, nella più vasta delle valli alpine, avvenne nel 16 a.C. per opera del proconsole Publio Silio, comandante di grande esperienza militare, noto e rispettato per la sua audacia e il suo coraggio. La conquista della Valle Camonica fu dunque uno dei più importanti episodi nell'ambito delle principali azioni militari volute (e forse coordinate) direttamente da Augusto e dai suoi consiglieri contro le numerose e bellicose popolazioni alpine. I romani chiamarono questa campagna la "Guerra Retica" poiché tutte le Genti delle Alpi, pur suddivise in molti popoli e tribù anche molto diversi tra loro (di antico ceppo Ligure, Etrusco, Celtico o Gallico), erano chiamate genericamente senza distinzione particolare con il nome di Reti. Come già scritto, lo scopo fondamentale della campagna fu raggiunto in due anni di guerra e di scontri anche violentissimi, ma alla fine venne resa effettiva la totale soggiogazione di tutte le tribù e di vari popoli delle Alpi centrali. A quel punto anche gli ultimi "confini interni" dell'Impero erano eliminati e tutte le valli, ogni passo, tutti i ponti erano conquistati e consolidati con una miriade di postazioni militari romane nelle posizioni strategiche e resi sicuri. Ogni più remoto angolo dell'arco alpino venne posto sotto una stretta sorveglianza strategica, militare e commerciale: tutto questo rendeva le importanti vie di comunicazione, passanti per le Alpi, arterie tranquille e controllate in cui i traffici potevano svolgersi nel modo migliore, più produttivo e remunerativo. Per portare a termine queste complesse operazioni militari vennero nominati comandanti generali di tutte le milizie romane Druso e suo fratello Tiberio figliastri ma anche nipoti di Augusto che, dopo questa impresa, dopo il trionfo celebrato a Roma, vennero nominati suoi successori alle massime cariche della Repubblica (che era ancora "formalmente" esistente - e lo restò per tutto l'impero di Augusto e i suoi successori). Tutte le azioni belliche si svolsero in diverse campagne distinte. Partirono dalla Gallia Transalpina (Francia del sud), dalle valli del Reno e del Rodano attraverso l'Helvetia (Svizzera) per sfociare in Baviera e portare alla riunione delle legioni che erano salite dalla pianura Padana. L'impresa si poté definire conclusa nell'estate del 15 a.C. con la conquista della Rezia (arco alpino sul versante padano), del Tirolo, della Svizzera orientale e della Baviera che vennero incorporate direttamente nell'Impero Romano.

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