DAL
1861 AL 1918
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In
molti casi la scorrevolezza della strada, in parte lastricata di
ciottoli e lastre di pietra o semplicemente in terra battuta, era
ancora interrotta da scalinate e da ponticelli che si rivelavano
inagibili a carichi di una certa rilevanza, strettoie che divenivano
veri e propri imbuti tra le abitazioni sorte a ridosso dell'antico
tracciato e molti tratti che subivano il disagio di piccole o consistenti
frane, smottamenti, danni o allagamenti. Vi furono molti lavori
di notevole importanza: nel 1870 venne gettato un ponte sul fiume
Oglio nei pressi di Esine e, l'anno dopo, ne venne costruito un
altro a Cividate. Nel 1880 venne completata, assecondando le pressanti
richieste dei militari, con progettazione e metodi di realizzazione
moderni (per quei tempi), la strada che da Ponte di Legno saliva
al Tonale e finalmente, negli anni successivi, venne profondamente
modificato gran parte del tracciato della Valeriana togliendo numerose
curve, allargando strettoie e tornanti, rafforzando o gettando nuovi
ponti sul fiume Oglio e sulle numerose vallette e torrenti, eliminando
scalette e saliscendi che impedivano il transito di mezzi con assali
di una certa dimensione e che erano ormai i mezzi di trasporto più
diffusi sia per le merci che per i passeggeri. Lo sviluppo di una
moderna viabilità portò di conseguenza anche un incremento dei commerci
e dei traffici e in breve la stremata industria siderurgica camuna,
che non era più riuscita a riaversi completamente dalle recessione
subita dall'infausta epoca Napoleonica, ebbe un nuovo, anche se
limitato, impulso. Purtroppo l'industria del ferro e della sua lavorazione,
anche a livello Europeo stava attraversando un grave periodo di
crisi, nonostante da alcuni anni fossero stati messi in funzione,
al posto degli antichi e poco redditizi forni quadrati usati fino
ad allora, quelli a forma tonda che prevedevano l'introduzione di
aria calda forzata nelle camere di combustione e fusione. Una precisa
indicazione delle difficoltà nella produzione siderurgica in Valle
Camonica nel 1873 viene indicata dal fatto che furono lavorati e
prodotti soltanto 34.300 quintali di ghisa, contro i 40.000 che
erano stati immessi sul mercato nel 1860. La minor produzione e
la maggior tecnologia portarono ad una drastica riduzione delle
fucine che da 120 si ridussero, in pochi anni, a solo 72, in maggioranza
di piccole dimensioni e di bassa capacità produttiva. .......
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