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III

Queste nuove condizioni ambientali favorirono un ulteriore incremento della fauna selvatica ed alimentarono di conseguenza anche il popolamento umano della valle, soprattutto in funzione dell'utilizzo delle risorse abbondantemente offerte da una natura particolarmente ricca, variegata e ancora poco sfruttata. Nelle regioni più calde e da tempo "abitate" da gruppi relativamente numerosi di esseri umani, uniti in tribù o in compositi clan familiari si erano già affermate, intorno al 5.500 a. C., le prime società che praticavano una primordiale e semplice arte di coltivare la terra e di trarne dei frutti che contribuivano a migliorare le stentate condizioni di vita. L'agricoltura organizzata e dunque lo sfruttamento sistematico di appezzamenti di terreno sembra che abbia fatto il suo apparire nelle fertilissime terre del medio oriente ma nel breve volgere di qualche secolo (calcolando i tempi lunghissimi dell'evoluzione umana e gli scarsi contatti tra le varie regioni, popoli e gruppi umani, la sua diffusione fu estremamente rapida) venne adottata da numerosi gruppi umani mediterranei per poi essere messa in "opera" dai vari popoli stanziati in centro Europa e sull'arco alpino. Questo nuovo modo di "impostare la sopravvivenza", legato alla "madre terra" nelle semplici e primitive società contribuì ad affermare un modo sociale nuovo, di vita "stanziale", che rese necessaria, in tempi molto ravvicinati, la costruzione di ripari e rifugi sicuri, stabili e fissi. I primi uomini neolitici che nel 5.000 a.C. avevano "colonizzato" la Valle Camonica continuarono a praticare la caccia come primario sostentamento ma, pur proseguendo a raccogliere la frutta spontanea, cominciarono anche a coltivare appezzamenti di terreno e a selezionare in modo primitivo le specie di piante e vegetali più produttivi e iniziarono ad allevare alcune specie di animali divenendo conseguentemente produttori di cibo e di beni oltre che semplici predatori delle risorse naturali. La Valle Camonica, con i suoi terrazzamenti naturali, con le colline e i suoi rilievi che emergevano dal fondovalle paludoso e inospitale, si prestò abbastanza facilmente all'agricoltura più semplice. Cominciarono così a sorgere i primi insediamenti stabili che sostituirono gli attendamenti e accampamenti stagionali. I primi minuscoli villaggi sorsero quasi esclusivamente su delle alture o, a ulteriore protezione dalla natura e dai nemici esterni, su palafitte che emergevano nei pressi delle rive del vasto lago d'Iseo (ben più grande di oggigiorno). Solo nel terzo millennio a.C. gli influssi delle più evolute civiltà che erano sorte e che si erano sviluppate sulle coste mediterranee divennero ben più consistenti anche sugli isolati e semi selvaggi abitanti delle vallate alpine e lentamente avvenne l'introduzione dell'arte di lavorare i metalli, primo dei quali fu il rame. In questo periodo anche le (ormai numerose) tribù (o clan) che avevano stabilito in Valle Camonica la loro residenza furono naturalmente obbligate a darsi una struttura gerarchica o una forma primitiva di governo, dapprima molto semplice e poi sempre più complessa e articolata.

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