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VIII

Gli scambi in natura vennero sostituiti dall'uso corrente di denaro e questo fattore permise di creare una nuova classe locale di imprenditori più aperti a nuove tecnologie, a scambi culturali e a nuove forme di commercio. Non ci volle molto per il passo successivo di assimilazione totale poiché, una volta raggiunto un certo livello economico e sociale, i notabili locali iniziarono a latinizzare il loro nome e senza paure o rimorsi cancellarono dalla propria vita i vecchi Dèi Camuni per onorare pubblicamente i nuovi, numerosi Dèi dell'olimpo romano, primo fra tutti lo stesso imperatore Augusto. La Valle Camonica era divenuta, con la conquista romana, terra di transito e di congiunzione tra la pianura padana e le nuove provincie della Rezia, i nuovi amministratori si preoccuparono subito di tracciare una viabilità moderna e agevole che, dalle scoscese rive del lago d'Iseo (che allora si estendeva, con la sponda nord, forse fino a Montecchio o addirittura fino a Cividate stessa) risaliva, sempre a mezza costa (per l'impraticabilità del fondo valle ricoperto di malsane paludi) fino a Sonico, dove si divideva in due tronconi: uno verso il passo dell'Aprica e la Val Tellina e l'altro verso il passo del Tonale e il Trentino. Era l'importantissima "via Valeriana" che portò ai paesi che attraversava quella "romanizzazione" che rendeva possibili maggiori contatti con il resto dell'impero. Erano comunque due le grandi strade romane che giungevano nella bassa Valle Camonica e che si congiungevano a Rogno, a Borno e a Cividate: una saliva da Brescia e una giungeva da Bergamo. Il loro tracciato, in gran parte, ripercorreva i solchi di antichi sentieri o strette mulattiere già calpestati per millenni dai Camuni. Quella che partiva da Bergamo a sua volta era divisa in due tronconi principali: quella più a nord che dalla città capoluogo saliva ad Albino e a Clusone e proseguiva salendo al passo della Presolana per la Valle di Scalve per poi ricongiungersi nei pressi di Borno con la strada del fondo valle camuno e con il secondo tronco proveniente da Rogno. L'altra, più a sud (ricalcata poi nelle sue linee principali dalla attuale statale 42) passava da Seriate, Casazza, il Lago d'Endine, saliva a Sovere per poi scendere verso Lovere e Rogno e qui proseguire, da un lato, sulla sponda sinistra (per chi sale) della valle e giungere verso Angolo Terme e, seguendo un antichissimo e preistorico sentiero che passava dalla splendida località montana di Prave scendere, per il passo di Croce di Salven, verso Borno (e questo dimostra la grande importanza che Borno aveva già in quei tempi come punto di passaggio), per poi ridiscendere verso il fondo valle e Breno. Il secondo troncone partendo sempre da Rogno (anche questo antichissimo borgo, per questo incrociarsi e dipanarsi di strade, divenne uno dei centri più importanti dell'intera Valle Camonica) passava da Capo di Lago, Gorzone, Erbanno e saliva nuovamente verso Borno passando per l'antica strada denominata ora delle Vigne (con un percorso leggermente diverso da quello attuale). La seconda strada romana tracciata durante e subito dopo la conquista, per "salire in Valle Camonica", partiva dall'altro importante capoluogo: Brescia.

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