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VII

Mezzarro è un sito posto su un piccolo altopiano aperto verso sud-ovest in una posizione dominante gran parte della bassa Valle Camonica, poco sopra e a sud-est di Breno, riparato dai freddi venti del nord e con alcune sorgenti e polle d'acqua che lo rendevano ideale per i primi insediamenti di gruppi di cacciatori stagionali. Queste figure furono certamente realizzate da quegli uomini che oltre 13.000 anni fa giunsero in Valle Camonica per le prime battute agli ungulati che si erano rifugiati nelle strette valli alpine. Si tratta di figure naturalistiche impressionate attraverso pochi segni essenziali ma finalizzati a riprodurre con una certa fedeltà le forme stilizzate per esaltare la forza degli animali che erano presenti sul territorio. Anche nel Mesolitico continuarono ad essere incise delle figure dinamiche degli animali selvatici con cui l'uomo aveva a che fare. Tutte le rappresentazioni erano "trascritte" in funzione della caccia che restava la primaria attività di sostentamento per quelle antichissime Genti. Con l'avvento dell'agricoltura anche nelle rappresentazioni "grafiche", l'attenzione, di chi ha lasciato questi "segni", passa dall'animale allo stato brado (protagonista della caccia ma anche della vita sociale del gruppo), all'uomo stesso, in quanto diretto fautore della propria sopravvivenza. L'uomo divenne perciò l'elemento principale delle rappresentazioni ma condivideva gli spazi maggiori con i simboli che erano il riferimento naturale ed essenziale in quasi tutte le civiltà antiche in cui viveva una spiccata spiritualità: il sole e la vulva. Le figure furono tracciate sulle rocce in modo schematico e quasi astratto ma profondamente simbolico con una grafia e una tecnica essenziali (e forse liturgica) ma ormai ben comprensibili nelle loro corpose espressività intrinseche. Un ulteriore significativo cambiamento culturale (ed epocale) avvenne con l'apprendimento della lavorazione dei metalli e in particolare del rame che modificò radicalmente, la vita delle Genti camune anche a causa dei non trascurabili influssi culturali mediterranei ed orientali: di pari passo cambiò il modo di rappresentare la vita, la società, l'uomo stesso e il suo ambiente. Alla produzione fortemente schematica, fino ad allora applicata nelle incisioni rupestri, si sostituì una visione della realtà materiale e spirituale che si concretizzò in forme più dinamiche e anche più realistiche. Le rappresentazioni di uomini, di sacerdoti, di armi, tra cui pugnali ed asce e riproduzioni di reali oggetti di metallo (in rame), come pure di scene di aratura, carri, animali domestici e selvatici e oggetti ornamentali (associati spesso a simboli solari), costruiscono, nella loro più ampia eccezionalità, delle vere e proprie equilibrate e radicate "composizioni monumentali" caratterizzanti imponenti e ben localizzati centri spirituali legati al culto del sole. Di esempio sono i famosi Massi di Cemmo, di Nadro, di Borno e Ossimo e di Boario Terme sui quali sono state rappresentate tutte le componenti della vita del tempo come scorreva dal 3° millennio fino alla successiva età del bronzo. Si trovano incise: asce, alabarde, pugnali, spade, carri, scene di aratura, rappresentazioni di simboli e figure spesso costituenti scene apparentemente a carattere narrativo di eventi reali o mitologici.

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