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La Valle Camonica
è una delle più imponenti, vaste, lunghe e belle valli che si aprono
perpendicolari alla pianura alluvionale che si emana dalle pendici
della catena delle Alpi. Fu ricoperta, come gran parte dell'emisfero
nord, durante il lungo periodo glaciale, da imponenti masse di ghiaccio,
alte molte centinaia di metri. Queste esercitarono, per millenni,
grandi pressioni e nel loro lento ma continuo movimento ritirandosi
verso il nord lasciarono profondi solchi che furono ulteriormente
scavati dalla forza delle acque. Così incominciò a formarsi questa
grande vallata.
Con buona approssimazione la si può intuire già formata, quasi nel
suo attuale aspetto e conformazione idrogeologica, intorno ai 17.000
anni fa, quando l'enorme quantità di ghiaccio, cominciando a sciogliersi
e a "strisciare" a latitudini più settentrionali, lasciò gradualmente
libera una grande ferita naturale, brulla, inospitale e caratterizzata
da rocce lisciate o spezzate dalla sua immane forza. Poco alla volta
dovettero emergere dai ghiacci dapprima le vette più alte delle
montagne, poi gli altri spuntoni rocciosi che lentamente, erosi
dalla forza delle intemperie,
in migliaia di anni, si sgretolarono in ripidi e desolati ghiaioni.
Le rupi, liberate dalla massa gelata, che le aveva conservate per
millenni, sotto la forza degli agenti atmosferici si frantumarono
in grandi massi che rotolarono a valle liberi dalla morsa della
pressione esercitata dai ghiacciai che si erano ritirati a quote
ben più elevate e alle più fredde latitudini del nord Europa. I
corsi d'acqua dovevano essere molto violenti e con notevoli portate
ma a prevalente presenza stagionale. Questo faceva sì che venivano
trascinati sul fondovalle, oltre a enormi masse d'acqua, anche grandi
quantità di detriti e di ciottoli il cui continuo, costante e a
volte violento passaggio contribuiva a scavare profonde forre nei
fianchi delle montagne.
Per almeno 5.000 anni la valle restò brulla, forse ricoperta da
primitivi e resistenti licheni e da quella bassa vegetazione che
era (ed è anche ai nostri giorni) caratteristica delle zone pre-polari.
Dunq ue,
la valle, fu ancora inospitale e poco adatta alla vita animale (e
umana) per molti secoli, ma, sul finire del periodo Paleolitico
superiore, cioè oltre 13.000 anni fa, grazie ad un ulteriore miglioramento
del clima, cominciò a ricoprirsi completamente di una nuova, folta
e selvaggia flora. Con la presenza di alberi d'alto fusto e svariate
specie di vegetazione e dunque la possibilità di pascoli sempre
più fertili, anche alcune specie di animali iniziarono a risalire
le pendici montuose delle Prealpi e delle Alpi. Questi animali da
preda, che erano stanziati in quella vasta fascia che si estendeva
tra le estese paludi intorno ai grandi fiumi della pianura (Padana)
e i primi contrafforti rocciosi alpini, per fuggire da zone sovrappopolate
o pericolose, si spinsero sempre più addentro alle nuove valli.
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