DAL
1861 AL 1918
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Il Regno d'Italia, sotto lo scettro di casa Savoia, era divenuto
ormai una realtà politica nel 1861, con l'unificazione mediante
conquista o annessione (anche con plebisciti) dei vari regni, ducati
e principati in tutta la penisola (esclusa Roma e parte del Lazio
che restavano come salda e ingombrante testimonianza del potere
temporale del papato) ma la Valle Camonica era rimasta comunque
territorio di confine con l'Impero Austro-Ungarico (e dunque con
il centro Europa) e spesso venne minacciata e rimase ancora a lungo
luogo di sanguinosi scontri militari. Erano passati appena cinque
anni dalla proclamazione ufficiale del Regno che nel 1866 la giovane
nazione Italiana, a fianco della Prussia (embrione della futura
Germania),
dichiarava guerra all'Austria: era la Terza Guerra d'Indipendenza
che doveva poi portare alla liberazione del Veneto e di parte del
Friuli. La Valle Camonica fu subito in prima linea dato che lo schieramento
di difesa contro l'Impero Austriaco si estendeva dal passo del Tonale
a quello del Maniva ed era considerato, dallo stato maggiore Italiano,
uno dei settori più pericolosi e più a rischio di controffensive
o colpi di mano militari dei nemici imperiali. Per difendere l'alta
Valle Camonica, e il suo lungo, diversificato e frastagliato confine
con il Trentino, fin dalla fine della Seconda Guerra d'Indipendenza
(1859), erano state fatte affluire ed erano state stanziate sopra
e intorno a Edolo, Incudine, Temù, Vezza d'Oglio e Ponte di Legno
delle truppe di soldati regolari (del neonato Regio Esercito) comandate
dal colonnello Vincenzo Caldesi che aveva posto il suo quartiere
generale a Edolo e alcuni comandi staccati negli altri paesi fino
a Ponte di Legno e a Vezza d'Oglio. Gli austriaci, che alla dichiarazione
di guerra erano appostati, con forti truppe alpine, al passo
del Tonale, a Vermiglio e in Val di Non ed evidentemente erano già
pronti all'attacco, ricevettero l'ordine di avanzare discendendo
lungo la Valle Camonica per occuparla militarmente. Passati da Ponte
di Legno, Incudine e Vione, senza subire alcuna resistenza dalle
scarse milizie presenti, gli austriaci giunsero a Vezza d'Oglio
dove, sulle pendici dei monti e nelle vaste aree prative a nord
dell'abitato, posero il loro campo base e il comando di settore.
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