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Malonno: DA VEDERE



Palazzo Celéri-Martinengo: fu edificato, sulle rovine di un precedente castello, nel 1500, ma la struttura più antica (risalirebbe al 1300) è la torre alta 24 metri. Compare su un portale la data 1536 e da quel secolo per più di duecento anni fu la principale tre le dimore della potente famiglia Celeri. Durante il periodo Napoleonico e anche recentemente durante l’ultima guerra mondiale fu danneggiato anche in modo grave. Fu anche acquartieramento per le truppe tedesche che procurarono ingenti danni al patrimonio architettonico del complesso. Il massimo splendore il castello lo raggiunse nel 1700 quando il conte Marc’Antonio Martinengo da Barco, bandito per i suoi reati da Brescia, fu confinato a Malonno e qui mise su famiglia sposando Margherita Celeri e imparentandosi così con la più illuster famiglia locale. Ma anche da Malonno e dalla Repubblica Veneta fu bandito per aver ucciso nel 1721 Francesco Panzerini. Poté rimpatriare undici anni dopo, nel 1732, ma la moglie Margherita Celeri era morta, e così ritornò a Brescia dove nel marzo del 1750 (a 81 anni !) fu ferito a morte, dopo l’ennesima lite, per una futilissima questione, dal conte Durante Duranti. Attualmente molte parti del palazzo non conservano più le fattezze originarie perché riadattate in periodi successivi ad abitazione. Tuttavia rimangono alcune stanze, sale e corridoi del '700 sul lato nord.
Il forno fusorio: risalirebbe al XVI secolo ed è situato nella parte alta di Malonno, la zona prende infatti il nome di "fùren". E' ben conservato ed è uno dei più importanti documenti di archeologia industriale in area camuna. Ha forma quadrata e fu di proprietà della famiglia Celeri. Accanto sorgevano alcune fucine edei carbonili. Il forno cessò di funzionare nel 1870.
Parrocchiale S. Faustino e Giovita a Malonno, costruita su progetto di Antonio Corbellini, posta su un costone roccioso poco distante dall'abitato, in direzione della frazione Odecla (in antichità doveva essere luogo di culto pagano), a partire dal 1731, dopo un lascito di 10.000 scudi (cifra enorme per quei tempi) di uno degli ultimi discendenti della famiglia dei Celeri, padre Leonida (Malonno 1634 - Brescia 1713), nella posizione panoramica dov'era l'antica chiesetta degli agostiniani, che aveva una cripta-cimitero e della quale rimane intatto il campanile. La pala dell'altare maggiore, che rappresenta i Santi Faustino e Giovita difendono Brescia è di Giovanni Quaglio (autore anche degli affreschi della navata; altri affreschi sono del Gallina), mentre la Deposizione è attribuita a Paolo da Caylina il Giovane (oppure al Moretto, oppure al Moroni). Gran parte delle opere marmoree sono da attribuirsi a uno dei più celebri maestri marmorai : Carlo Gerolamo Rusca.
Chiesa di San Lorenzo a Malonno, del '700, affrescata nel 1782 dal Corbellini. Disceta la pala dell'altare di sinistra conservata in una bella cornice e raffigurante la "Madonna del rosario con i santi Pietro e Paolo". Chiesa di San Bernardino a Malonno, del '500, il luogo dove sorge attualmente l’edificio avrebbe ospitato chiese ed edifici religiosi in epoca molto più antica, ha un loggiato sul fondo della navata e delle volte seicentesche. La pala dell'altare maggiore è del '600 e nel presbiterio c'è un affresco attribuito a Pietro Marone con una "Madonna con bambino e i S Fabiano, Sebastiano e Bernardino.
Chiesa di San Carlo, edificata in posizione dominante rispetto all’antico abitati di Malonno, su una rupe, sul portale si possono leggere le date 1592 o 1632. Vi è un notevole dipinto del XVII secolo che mostra l'illustrazione dell'abitato nel 1600. L'edificio è stato restaurato nel 1991 ed è aperto solo in occasione di particolari solennità o feste religiose. Chiesa di San Giovanni Nepomuceno a Lezza, chiaramente la sua struttura si ispira alla parrocchiale di malonno, fu costruita nel '700 ed affrescata dal Corbellini. Sempre al Corbellini viene attribuita la pala dell'altare maggiore che purtroppo è stata rimaneggiata, in malo modo, in epoca successiva. Degno di nota il gruppo di statue dell'Apparizione della Madonna. Vi si trovano anche alcuni ex-voto e dipinti del 1600 e una Via Crucis del '700. La struttura è aperta al pubblico in estate.
Chiesa di San Rocco a Landò, risalente al 1500, fu modificata poi nel 1700 e reca sulla facciata la raffigurazione di cinque Santi. Tra i dipinti seicenteschi all'interno una Madonna coi Santi Rocco e Sebastiano di G. Battista Sorisen. Una tela di Pietro De Antoni (1765) è conservata nella attigua sacrestia.. Il tempio è aperto solo in occasione delle funzioni. Chiesa di San Giuseppe di Loritto, del '500, ha subito rimaneggiamenti nel XVII secolo e fu anche riaffrescata nel 1911. Di buona fattura la pala del seicento e la soasa dell'altare maggiore. Parrocchiale di Odecla, dedicata a San Bernardo, del 1757, fu affrescata dal Corbellini e contiene alcune tele di Andrea Celesti. L’ultimo ampliamento fu fatto nel 1959. La pala dell'altare maggiore raffigura una "Addolorata e Cristo morto" e porta la data 1798, è firmata da Vincenzo Schena.
Chiesa di Santa Maria a Lava, eretta nella sua struttura di base nel 1400 (anche se la sua presenza è documentata fin dal 1336) e più volte rimaneggiata, mostra ancora, dell'edificio originario, il presbiterio ed il campanile con bifore. E' la chiesa più antica del comune di Malonno. Per secoli fu il tempio più importante dello stesso comune. Di rilievo l'affresco di scuola del da Cemmo (1407), strappato dalla parete esterna di una casa della frazione e che rappresenta una Madonna in trono col Bambino. Sono attribuiti al Fiamminghino e alla sua scuola i dodici pannelli nel presbiterio con Scene della vita di Maria. Presente anche una tela seicentesca con Santi Pietro e Maddalena. In due delle tre nicchie del tabernacolo sull'altare maggiore vi sono statuette del '500-600. Merita attenzione anche il tabernacolo dell'altare di S. Sebastiano con elementi datati XVI e XVII secolo.
Chiesa di Maria Ausiliatrice: moderna costruzione a pianta circolare posta al centro del paese. Iniziata nel 1963 fu consacrata nel 1966. Il progetto è dell'ing. Franco Cremaschini. Notevole il monumentale crocefisso il legno, alto m. 3,80, i pannelli delle porte in rame e le vetrate policrome.