
A Piantedo, in bassa Valtellina, per un capannone dismesso è scattata l’ordinanza del Comune per la rimozione e lo smaltimento di rifiuti, pericolosi e non pericolosi. L’ex sito produttivo si trova in via Vittorio Emanuele, nella zona artigianale in prossimità del ponte di Tavani e l’ordinanza impone ai privati «di procedere alla rimozione e smaltimento o avvio al recupero dei rifiuti presenti presso l’impianto»: termine ultimo per la bonifica 6 febbraio 2026. L’ordinanza comunale arriva al termine di una lunga e articolata vicenda, legata ad attività produttive avviate una ventina di anni fa e nell’area era attiva un’azienda che si occupava del riciclo di materiali plastici, attività di “recupero e messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi”. Dopo il fallimento del primo proprietario, parte del capannone era stata ceduta ad altri ma da allora la situazione era progressivamente degenerata e si è assistito a un accumulo continuo di rifiuti, in gran parte plastici e cartacei, mai correttamente smaltiti. Sacchi e big bag contenenti scarti di lavorazione, tappi di bottiglie, imballaggi e materiale cartaceo sono rimasti ammassati sia all’interno dello stabile sia nelle aree esterne di pertinenza. Anni fa si verificò in zona anche una perdita di gas che aveva attirato ancora più l’attenzione sulla situazione. Il proprietario precedente aveva eliminato la totalità dei rifiuti presenti all’interno dello stabile e quelli delle pertinenze erano rimasti tutti quelli del proprietario successivo, che poi aveva dichiarato fallimento. Dopo numerosi solleciti a intervenire, gli ultimi proprietari avevano chiesto in Provincia una proroga ed ora si è raggiunto un accordo per febbraio come termine ultimo per smaltire i rifiuti. Il Comune, già da tempo, aveva inviato solleciti chiedendo la rimozione del materiale abbandonato e la messa in sicurezza dell’area, senza però ottenere riscontri. Arpa Lombardia, Provincia, i VVF e gli uffici comunali, con più sopralluoghi hanno certificato una situazione di grave degrado. È stata accertata la presenza di ingenti quantitativi di rifiuti abbandonati, anche speciali e in parte pericolosi, depositati in modo incontrollato, con un elevato rischio di incendio dovuto alla natura facilmente infiammabile dei materiali accumulati. Inoltre, il capannone e le aree esterne risultano privi di recinzioni e sistemi di chiusura, rendendo il sito facilmente accessibile e favorendo ulteriori abbandoni. In caso di mancato rispetto dell’ordinanza, il Comune potrà intervenire direttamente addebitando i costi ai soggetti responsabili, applicando le sanzioni previste dalla normativa.